Le stime recenti evidenziano un fabbisogno di infermieri in Italia fra le 40 e le 80.000 unità.
Vi sono difficoltà a diversi livelli che fanno in modo che l’attrattività della professione sia bassa e che solo l’1% degli studenti scelga questo corso di laurea contro una media del 3% negli altri paesi Ue.
PERCHE’ MANCANO GLI INFERMIERI?
I livelli che riguardano l’attrattività della professione e su cui riflettere sono:
- posti a disposizione per l’ingresso in università, più bassi rispetto alla media dei Paesi OCSE
- retribuzione bassa (circa 40% in meno rispetto alla media UE)
- prospettive limitate di sviluppo professionale
https://www.fnopi.it/2023/01/25/crea-rapporto-infermieri/
Anche l’ipotesi che gli infermieri stranieri possano colmare questo gap è confutata da dati poco confortanti: meno del 5% vengono dall’estero, contro il 25% circa della Svizzera, il 15% circa del Regno Unito e l’8% circa della Germania.
CONFRONTO CON ALTRI PAESI E CON LA PROFESSIONE MEDICA
Se continuiamo con il confronto con gli altri Paesi europei, sappiamo che rispetto alla media europea di 9.7 infermieri per 1000 abitanti, l’Italia è ferma a 5.7 per 1000 abitanti.
Manca ancora il confronto con la professione medica, dove possiamo evidenziare che vi sono 4.1 medici per 1000 abitanti e che è una delle più alte fra i Paesi europei.
Si stima che manchino circa 30.000 medici, soprattutto in alcune specialità o setting come l’emergenza/urgenza e le cure primarie.
Il rapporto infermieri per medico è lontano dalle medie europee: 1.42 infermieri per medico in Italia, contro i 3.3 della Francia o i 2.8 del Regno Unito o i 2.7 della Germania.
Questi i numeri.
CHE CONSIDERAZIONI POSSIAMO FARE? CHE SOLUZIONI CI SONO ALL’ORIZZONTE?
Alcune soluzioni sono di livello sistemico e fonti autorevoli (vedi sotto per approfondire), hanno evidenziato come fra le principali traiettorie da perseguire vi è senz’altro il lavoro da fare sulle politiche di reclutamento e sull’aumento delle retribuzioni.
Ma non basta.
Non basta “portarli dentro” al sistema, serve mantenerli e mantenerli bene.
ASPETTI ORGANIZZATIVI DELLA “QUESTIONE” INFERMIERISTICA
E qui parte la “questione organizzativa”, che si nutre di diversi punti, sui quali il dibattito si sta accendendo ma dove le esperienze avanzate sono piuttosto esigue. L’analisi e lo sviluppo di questi punti potrebbe consentire di rivedere numeri e qualità della “questione infermieristica”.
- modelli organizzativi
- modelli professionali
- evoluzione tecnologica
- strategie di sviluppo professionale e di retention
La revisione dei modelli organizzativi consentirebbe di lavorare sui processi e su cosa serve, per esempio, a una popolazione anziana, con patologie croniche e fragile. Il modello organizzativo può modellare, di conseguenza, il modello professionale. Oppure, si modellano insieme, nei casi virtuosi. In questo modo si possono rivedere: lo skill mix del personale, i flussi delle persone assistite e le attività nei processi.
All’orizzonte ci sono anche proposte che riguardano altre figure che possono influire sui processi assistenziali. Vanno presidiate con attenzione, considerandone sia gli aspetti giuridici che organizzativi.
https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=116492
I modelli professionali, di conseguenza, vedranno innovazioni collegate in particolare alla modificazione dello skill mix del personale verso quello che è noto come task shifting (TS) o ridistribuzione razionale delle attività fra differenti professioni sanitarie. Studi recenti hanno dimostrato come il TS possa essere una efficace strategia per migliorare la salute e ridurre le disuguaglianze sanitarie.
(https://www.recentiprogressi.it/archivio/3865/articoli/38515/)
L’evoluzione tecnologica è collegata con gli standard quali-quantitativi delle professioni sanitarie per tipologia di procedure o di prestazioni. Se ben gestita può servire a rivederli (gli standard) fornendo supporto nei processi diagnostici, terapeutici e assistenziali.
Infine, le strategie di sviluppo professionale e di retention, dovrebbero orientarsi a fare in modo che i professionisti si autorealizzino all’interno del loro percorso di carriera. In questo modo, anche se indirettamente, contribuiranno a rendere le organizzazioni sanitarie dei posti attrattivi.
Se vuoi approfondire:
https://www.fnopi.it/2023/01/25/crea-rapporto-infermieri/
https://www.recentiprogressi.it/archivio/3865/articoli/38515/
https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=116492