In questo nuovo anno voglio regalarvi ogni mese una parola. Le parole significano sempre più cose, ognuno di noi le interpreta, le fa proprie, le usa in modo suo. Perché le parole vogliono dire.

Per il mese di gennaio vi regalo una parola: ESPERIENZA.


Quando usiamo questa parola, vogliamo dire che acquisiamo la conoscenza di qualcosa attraverso il contatto diretto con la realtà.
Ma intendiamo anche che sperimentiamo o proviamo qualcosa. Quindi l’esperienza è sia quello che si prova in questo momento, che qualcosa che si accumula, che diventa nostro. Quando è nostro, lo possiamo distribuire ad altri, raccontandolo.
Perché si sente, quando, usando parole, l’esperienza è autentica e porta con sé la vita che abbiamo vissuto nel farla. Gli altri verranno a contatto con la nostra esperienza, ma ne dovranno, a loro volta, fare una propria perché diventi autentica. Non possiamo trasmetterla, ma possiamo metterla a disposizione e fare in modo di ispirare altri a farla autonomamente.
L’esperienza si racconta attraverso le parole, ma anche attraverso i comportamenti. La persona o il professionista esperto, si vede, si sente, si percepisce.


Quindi, chi usa parole perché fa una professione d’aiuto o perché gestisce un’organizzazione, deve fare attenzione che quelle parole abbiano lo spessore dell’esperienza, altrimenti risultano poco genuine o incongruenti con i comportamenti. Questo crea una crepa nella credibilità.


Il verbo da cui deriva esperienza, è esperire, cioè conoscere per prova. Pertanto abbiamo bisogno di provare, per fare nostra quella cosa. Vale per tutto: per un concetto, per un lavoro, per una situazione o un luogo.
Quindi diventiamo esperti, dandoci il tempo per provare, per stare a contatto con la realtà, per sbagliare, per riflettere sull’esperienza, da soli e con altri.
Per persone, relazioni e organizzazioni più felici, più eque, più umane.

Iscriviti alla Newsletter

Rimani aggiornato