14 settembre 2024
Sono passati 30 anni, dal 14 settembre 1994, giorno in cui il profilo dell’infermiere è stato emanato.
Il primo articolo recita così:
“L’infermiere è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale, è responsabile dell’assistenza generale infermieristica“
riconoscendo all’infermiere la responsabilità del processo assistenziale e degli esiti sulle persone assistite. Altre parti del profilo, infatti, lo sottolineano, quando vengono usati i verbi: identificare (i bisogni), formulare (gli obiettivi), pianificare, gestire e valutare.
In questi 30 anni, sono cambiate tante cose, in termini evolutivi, per la professione e per le organizzazioni sanitarie. Rimangono però, ancora tante questioni aperte.
Ad oggi due domande, fra tante: il profilo dell’infermiere è ancora attuale o necessità di una rivisitazione? È stato davvero attuato nella sua totalità?
Tento delle risposte, che non sono certo da considerarsi come esaustive, ma come riflessioni, per aprire un dibattito.
Rivisitazione del profilo
Il profilo avrebbe probabilmente bisogno di una rivisitazione, che tenga conto di:
- Cambiamenti del linguaggio, per modernizzarlo in alcuni passaggi,
- Concetti di responsabilità che includano quanto indicato dalla successiva legge 42/99 sull’autonomia,
- Inclusione di concetti come il governo del processo, la sicurezza delle cure, l’applicazione di evidenze scientifiche, fino alla responsabilità sugli esiti.
Rispetto alla seconda domanda: se è stato davvero attuato, ci troviamo a dover ammettere, che, in alcuni punti, non lo è stato del tutto. Le parole che parlano del processo assistenziale sottendono che ci sia un’organizzazione che sostiene questo, attraverso modelli di erogazione delle cure orientati agli obiettivi e non ai compiti. E questa parte, non è diffusa, perché nelle nostre organizzazioni sanitarie, è ancora prevalente il modello funzionale. In un’eventuale rivisitazione del profilo si dovrebbe tenere conto anche di questo.
Un salto epocale: come sarebbe senza profilo
Però, forse, si avrebbe bisogno di un ulteriore salto epocale: non averlo più, il profilo, come avviene per molte professioni intellettuali, sia in ambito sanitario che in altri settori, le quali definiscono la propria identità e i propri confini attraverso le competenze.
Oggi, nuove sfide attendono la professione infermieristica, fra cui quella dell’assistente infermiere, che sarà oggetto di riflessioni e dibattiti, proprio su questioni come le competenze, le responsabilità e i modelli organizzativi a sostegno del cambiamento.
Pertanto, l’augurio è che un profilo rinnovato o nessun profilo, siano il punto di partenza per nuove frontiere organizzative e professionali.