Attrarre e mantenere (bene) gli infermieri dentro al sistema sanitario: strategie per valorizzare una professione essenziale

11 novembre 2024

Negli ultimi anni, le professioni sanitarie stanno perdendo appeal, un fenomeno che si riscontra a livello globale, con particolare impatto sulla figura dell’infermiere. In Italia, il numero di infermieri per abitante è uno dei più bassi d’Europa: la media europea si attesta su 9,7 infermieri ogni mille abitanti, mentre in Italia siamo fermi a 5,7. Le ragioni di questo calo sono molteplici, fra cui una retribuzione significativamente inferiore rispetto alla media europea – circa il 40% in meno – e un impegno professionale che comporta un intenso contatto con i pazienti e turni di lavoro impegnativi, organizzati su 24 ore al giorno, sette giorni su sette.


Questo scenario non riguarda solo le condizioni di lavoro dei professionisti, ma ha ripercussioni anche sulla qualità dell’assistenza e sugli esiti di salute dei pazienti. Numerosi studi scientifici evidenziano che lievi variazioni nel numero e nella qualità degli operatori possono influire sulle complicanze cliniche e sulla sicurezza dei pazienti.


L’aumento degli stipendi è sicuramente un elemento che può aumentare l’attrattività, soprattutto in ingresso, alla professione. I soldi sono quello che si ha in cambio del valore (tempo, competenze, impegno, energia) che si dà in un contesto organizzato. E in questo momento, vi è indubbiamente una inequità fra valore e denaro, rispetto al lavoro degli infermieri.


Però unicamente aumentare gli stipendi può essere un’iniziativa incompleta. Il discorso è molto più ampio ed è legato al fatto che una volta che abbiamo attratto persone alla professione, (anche con stipendi più alti), dobbiamo pensare a come mantenerli (bene) dentro al sistema sanitario, come ci insegna la letteratura sul people management. Aspetti su cui lavorare sono i modelli organizzativi, la turnistica compatibile con un equilibrio fra vita privata e vita lavorativa, lo sviluppo di carriera.
Non sono aspetti secondari, rispetto al denaro
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Partendo dai fondamentali rispetto al tema della motivazione, la piramide di Maslow ci viene in aiuto. Nei primi scalini troviamo la sicurezza (stipendio, garanzia del posto di lavoro, condizioni salubri di lavoro). Ma subito dopo, soddisfatti questi bisogni di base, vi sono quelli di appartenenza, di stima e di autorealizzazione, a cui le nostre organizzazioni devono pensare se vogliono applicare strategie efficaci di retention dei professionisti. Tutti, abbiamo bisogno di appartenere a una famiglia professionale di cui ci sentiamo orgogliosi e ad organizzazioni che rispecchino i nostri valori. Abbiamo bisogno di essere stimati e valorizzati per quello che siamo e per il contributo che sappiamo dare. Abbiamo infine bisogno di realizzarci, anche attraverso il lavoro.

Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, è indispensabile implementare politiche e strategie di people management, rivedere i modelli organizzativi e professionali, sfruttare le potenzialità offerte dall’evoluzione tecnologica e attivare strategie efficaci di sviluppo professionale.
Senza dimenticare che investire sugli infermieri significa non solo migliorare il loro benessere, ma costruire un sistema sanitario più forte e sostenibile, capace di offrire una qualità di assistenza che risponda davvero ai bisogni di chi vi lavora e di chi vi si affida.

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